Informarsi meno per informarsi di più

Ingurgitare un continuo flusso di notizie ci illude di essere ben informati, quando in realtà dovremmo consumare meno notizie e farlo meno spesso.

Informarsi meno per informarsi di più
Una scena da The Post (2017) in un raro caso in cui seguire ossessivamente le news era giustificato.

Fra i buoni propositi che mi sono prefissato per il 2025 c'è l'impegno a informarmi meno. Non è una cosa nuova, dato che l'ho perseguita a fasi alterne durante tutto il 2024. Ma è proprio perché ho già sperimentato questa routine che sono desideroso di mantenerla e suggerirla nel 2025.

Questa è la ricetta: niente siti di news (anche siti che reputo buoni come Il Post sono bloccati dal mio web blocker di fiducia), niente newsletter, niente podcast quotidiani, niente dirette streaming, niente video di commenti alla notizia del giorno su YouTube. I social media, già problematici di loro, sono ridotti all'osso e hanno una timeline curata: non seguo giornalisti che scrivono ogni santo giorno, non seguo giornali, non seguo politici, eccetera. La regola è semplice: tagliare, ridurre, evitare.

A questo punto già vi sento. "Ma come!" direte voi, "In questi anni così concitati e tragici – così pieni di guerre, carestie e sconvolgimenti politici – è fondamentale restare informati!"

E su questo punto sono d'accordo con voi. La mia tesi è che questo continuo flusso quotidiano di notizie non ci rende più informati, bensì meno.

La mia dieta informativa si limita a selezionati podcast e articoli approfonditi a cadenza settimanale che consumo in uno o due giorni la settimana (di solito il sabato mattina e/o la domenica pomeriggio). Fine. Ciò mi rende meno informato? Da quello che vedo, la risposta è no. Anzi, nella mia esperienza dello scorso anno, ho l'impressione di saperne di più di chi è "sempre informato."

(PS: Non credo sia un caso che la "disinformazione" abbia raggiunto un livello patologico proprio nell'era in cui l'informazione è letteralmente ovunque e a flusso continuo. Ma questa è parte di un'altra storia.)

Ci sono vari motivi a supporto di questa tesi:

  1. Per prima cosa, la cadenza settimanale e il semplice fatto di ridurre la frequenza con cui si accede alle notizie ha il potere di filtrare via l'irrilevante. Quante "polemiche del giorno" nascono e muoiono in 48 ore? Quelle, ve lo dico subito, sono cose che perdo. Me ne pento? No. Cercate di ricordare il vostro 2024. A un anno di distanza, quante notizie frivole o che sembravano importanti sul momento si sono rivelate veramente importanti? Ecco.
  2. Accedere alle notizie tramite gli approfondimenti, nel momento in cui la notizia è più fredda, corrisponde ad avere informazioni migliori. Pensate a quante volte viviamo questo pattern: succede l'evento X, nelle ore successive c'è un fiorire di opinioni, ricostruzioni, previsioni su cosa accadrà in futuro, ecc. Infine, dopo qualche giorno il 90% delle ricostruzioni si rivela una fesseria e cominciano a uscire ricostruzioni affidabili. Ecco: io salto tutto il marasma per approdare diretto alle ricostruzioni più affidabili. E poiché spesso le cose che sentiamo prima influiscono sulla nostra interpretazione dei fatti, preferisco non farmi influenzare dalle prime poco informate opinioni.
  3. Il consumo di notizie ha un costo emotivo e temporale. I giornali lo sanno: è il motivo per cui le notizie girano con titoli allarmanti, negativi o che cercano di stuzzicare la nostra parte animale: vogliono spingerci al doomscrolling. Il problema è che il 99% delle notizie riguarda cose su cui non abbiamo controllo, né tantomeno influenza. Almeno nell'immediato. Se un senatore dell'Alabama dice una fesseria, cosa posso farci qui e ora? Se è davvero importante, può aspettare una settimana. Quello che posso influenzare, invece, è quello che faccio, come spendo il mio tempo e cosa faccio per la mia comunità vicina. Meno tempo perso in notizie significa meno tempo a preoccuparmi di cose che non sono in mio potere, e questo significa più tempo per fare cose veramente importanti (o almeno provarci).
  4. Similmente, ricordatevi che è impossibile che scopriate la vostra opinione su qualcosa se vi mettete continuamente in testa le opinioni degli altri. Lo stesso vale per pensieri e idee: create il vostro spazio mentale e proteggetelo a tutti i costi.

E se c'è una notizia veramente importante che richiede la mia attenzione e reazione immediata? Seriamente, quante volte pensate accada una cosa del genere? E fidatevi, in quel caso, la notizia trova un modo di arrivarmi: ho deciso di ridurre la mia esposizione al continuo flusso di notizie, mica divento eremita.

Esistono eccezioni, certo. Ad esempio, in quel periodo pazzo della pandemia del 2020, era importante seguire la situazione giorno per giorno se non altro perché ciò che si poteva fare o meno cambiava nel giro di ore. Ma sono, per l'appunto, eccezioni.

Io vi consiglio questo approccio molto conservativo a come ci informiamo. Non siete obbligati a seguirlo per sempre, o per un anno. A volte un mese ogni tanto aiuta a ritrovare il nostro centro.

Fate come vi sembra più saggio. Intanto, buon 2025. Ne abbiamo bisogno. 😄